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    RITMARE è uno dei Progetti Bandiera del Programma Nazionale della Ricerca finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca RITMARE è il principale Progetto di Ricerca nazionale sul mare per il quinquennio 2012-2016 e prevede un finanziamento MIUR di 250 milioni di euro. E' coordinato dal CNR e riunisce in uno sforzo integrato la comunità scientifica italiana coinvolta in attività di ricerca su temi marini e marittimi, oltre ad una significativa rappresentanza degli operatori privati del settore La direzione di RITMARE è stata affidata dal CNR al dott. Fabio Trincardi RITMARE è articolato in 7 sottoprogetti: -Tecnologie Marittime -Tecnologie per la Pesca Sostenibile -Pianificazione dello Spazio Marittimo nella Fascia Costiera -Pianificazione dell’Ambiente Marino Profondo e di Mare Aperto -Sistema Osservativo dell’Ambiente Marino Mediterraneo -Strutture di Ricerca, Formazione e Divulgazione -Infrastruttura interoperabile per la Rete Osservativa e i dati marini contribuisce a formare una nuova generazione di ricercatori, anche tramite il finanziamento di progetti innovativi selezionati attraverso bandi a chiamata rafforza la presenza strategica della ricerca italiana in ambito europeo e mediterraneo promuove la costituzione di un forum permanente fra ricercatori, Amministratori e portatori di interesse pubblici e privati, con l’obiettivo di favorire l’integrazione e il trasferimento dei risultati dell’attività di ricerca e porre così la conoscenza alla base e al servizio di strategie e scelte gestionali

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    Lo scopo della campagna oceanografica SAND16 è stato quello di studiare e caratterizzare le strutture marine profonde, in particolare i canyon lungo i margini continentali, sia da un punto di vista biologico che geologico. I dati raccolti servono a studiare e definire le seguenti tematiche: impatti antropici (marine litter), biodiversità di meiofauna, macrofauna e fauna microbica, seafloor integrity e interazioni tra gli organismi (reti trofiche), diversità procariotica, identificazione dei microrganismi mediante tecniche di Next Generation Sequencing (NGS), quantificazione e caratterizzazione delle microplastiche, studio dei biofilm microbici associati a tali microplastiche, studio della morfologia e delle strutture sedimentarie associate ai canyon e alle frane sottomarine lungo i margini continentali. Le aree di indagine sono state definite attorno ai canyon di Tricase, Crotone e Squillace e i campioni sono stati raccolti a monte dei canyon, in mezzo e al fondo e, come punti di controllo, nelle adiacenti aree esterne al sistema canyon. Durante la campagna siamo riusciti a raccogliere materiale sufficiente ad ottenere informazioni importanti su alcuni degli undici descrittori della marine strategy, e nello specifico: biodiversità, sea floor integrity, reti trofiche, marine litter. Inoltre sarà possibile studiare la diversità microbica, la presenza di microplastiche e i batteri ad esse associati. Il rilievo geofisico delle aree studiate è risultato fondamentale per la strategia di esplorazione delle aree selezionate e nella definizione dei punti di campionatura. I profili multibeam e chirp acquisiti vanno inoltre ad arricchire la conoscenza dei sistemi sedimentari associati ai margini continentali.

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    La campagna oceanografica RECORD_2013 (Risposta geochimica dei coralli di profondità a variazioni paleoceanografiche e paleoclimatiche in Canale di Sicilia) è stata realizzata in funzione di obiettivi prioritari funzionali ad alcuni progetti internazionali (MISTRAL/PALEOMEX/COFIMED) e nazionali (Progetto Bandiera Ritmare), ed EU Coconet. In particolare mirava a: 1) Acquisire transetti idrologici con prelievo di campioni di acqua per la caratterizzazione chimico-fisica delle masse di acqua; 2) Effettuare il primo rilievo multidisciplinare (mappatura, geofisica, biologia, documentazione ROV e idrologia) della nuova area a coralli bianchi scoperta nell’estate del 2103 al largo della Sardegna; 3) Effettuare un rilievo geofisico del canyon di Biserta (Tunisia) e una sua esplorazione per l’eventuale identificazione di siti a coralli profondi attuali e sub fossili; 4) Ottenere campioni di sedimenti nei settori tunisini del Canale di Sardegna e del Canale di Sicilia funzionali a studi paleoclimatici del tardo olocene.