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    Il progetto CROP (CROsta Profonda), nato negli anni ’90 dalla collaborazione tra il CNR-ENI e CNR-ENEL, rappresenta un programma di ricerca multidisciplinare finalizzato alla comprensione dei processi geodinamici del territorio italiano, la definizione e prevenzione del rischio geologico e la ricerca di risorse energetiche attraverso lo studio di dati geofisici. La banca dati CROP, generata dall’acquisizione, l’elaborazione e l’interpretazione (in gran parte svolta dall’OGS) di circa 10000 km di profili sismici a riflessione terrestri e marini (circa 1250 km in terra e circa 8700 km in mare), è depositata presso il Centro dati creano nella Sede di Bologna dell’Istituto di Scienze Marine ISMAR-CNR.

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    Marine Protected Areas (MPAs) are vital for the conservation of the Mediterranean Sea, since they help manage several pressures like fishery. However, many species and habitats in MPAs are still exposed to a variety of stressors. In most MPAs human activities are not spatially managed considering their cumulative effects and the monitoring of the effects of protection and management is not coordinated. In addition, no attempt has ever been carried out to address the environmental accounting to assess the consequences of human impacts and inform management initiatives. The main objectives of AMAre project were: - develop shared methodologies and geospatial tools for multiple stressors assessment, coordinated environmental monitoring, multi-criteria analyses and stakeholders' engagements; - develop concrete pilot actions and coordinated strategies in selected Marine Protected Areas (MPAs) to solve hot spots of conflicts affecting marine biodiversity and the services it provides; - transnational cooperation and regulations, development of coordinated best practices, data access to share information and concrete stakeholder and users’ involvement are the expected results. - scale up strategies and recommendations at transnational level adopting an ecosystem-based approach considering the goals of the Marine Strategy Framework Directive (MSFD) across MPAs. AMAre PLUS aims at capitalizing the successful experience of the AMAre Project transferring the main three products to other MPAs across the basin: - the Spatial Geoportal, - the Monitoring Protocols on vulnerable habitats, - the Best Practices as a summary of recommendations arisen from AMAre, to make the Management Plan of Mediterranean MPAs more effective and coherent.

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    EUROSTRATAFORM will study marine sediment dispersal from source to sink (river output to deposit in on the shelf, slope or basin floor) on contrasted European margins, with the aim of understanding how geological strata are generated. Experimental work and data analysis will examine the water column and sedimentary processes involved in moving sediment through the system. Physical, biological and geochemical processes, which transform that sediment once deposited, will be equally investigated. To bridge the gap in knowledge from these active processes to the stratal record we will work on a variety of timescales from individual flood events to the geological record of the last 500,000 years. This will greatly improve our ability to forecast and hind cast the response of the marine system to natural and anthropogenic perturbation. This research is fundamental to understand matter and energy cycling, and to ensure the safe management of marine resources.

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    Collaborazione istituzionale tra il Ministero dell’Ambiente Direzione per la Protezione della Natura e del Mare ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente (CNR-DTA) per la realizzazione congiunta di azioni finalizzate alla realizzazione degli obiettivi previsti dalla Direttiva Sulla Strategia Marina. L’art. 11 della Direttiva 2008/56/CE (Marine Strategy Framework Directive - MSFD) richiede agli Stati membri di elaborare ed attuare dei programmi di monitoraggio per la valutazione continua dello stato ecologico delle acque marine, in funzione dei traguardi ambientali (target) definiti ai sensi dell’art. 10, allo scopo di raggiungere o mantenere il buono stato ambientale (Good Environmental Status - GES) degli ecosistemi marini.

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    Il progetto HERMIONE (Hotspot Ecosystem Research and Man's Impact on European Seas) indaga gli ecosistemi profondi in alcuni punti critici lungo i margini continentali europei quali il Mediterraneo, il Nord Est Atlantico e parte dell’Artico. HERMIONE è il progetto successivo ad HERMES che si è concluso con successo a marzo 2009. ISMAR collabora al progetto esplorando alcuni “hot spot” specifici del Mediterraneo quali canyon sottomarini, ambienti chemiosintetici, coralli profondi, montagne sottomarine e ambienti di scarpata in particolare nel sud Adriatico e nel Canale di Sicilia. Il progetto ha un approccio fortemente interdisciplinare (includendo biologi ecologi, microbiologi, biogeochimici, sedimentologi, oceanografi fisici, modellisti ed economisti) integrando aspetti legati alla biodiversità, agli adattamenti specifici e alla capacità biologica degli ecosistemi in ambienti di mare profondo fortemente vulnerabili. Il progetto si pone l’obiettivo di identificare le implicazioni economiche dell’attività e dell’impatto antropico e di pianificare azioni di governo finalizzate alla gestione, conservazione e sfruttamento sostenibile degli ambienti marini profondi.

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    Il FEAMP mira a realizzare una “pianificazione dello spazio marittimo” come previsto dalla direttiva n. 2014/89/UE, per promuovere lo sviluppo sostenibile delle economie marittime, la cosiddetta Economia Blu. Per questo scopo tutti i maggiori Enti Pubblici di Ricerca e Università della Campania da un anno stanno mettendo a disposizione le proprie conoscenze sull’ambiente costiero e marino per produrre una visione sintetica sui vincoli d’uso, il funzionamento degli ecosistemi, le concessioni d’uso turistiche e militari, le rotte di navigazione, l’idoneità ad attività antropiche in base alle caratteristiche ecologiche, la salubrità delle risorse naturali e dell’ambiente per attività di maricoltura. La sostenibilità, infatti, si basa su una conoscenza olistica e approfondita della risorsa mare e delle implicazioni economiche dei suoi usi. Gli scopi ed i vantaggi della pianificazione dello spazio marino e marittimo sono molteplici: limitare i conflitti tra i vari settori e creare sinergie tra le attività, incoraggiare gli investimenti con norme più chiare, incrementare la cooperazione transfrontaliera tra i paesi dell’UE per sviluppare reti energetiche, rotte di navigazione, condotte, cavi sottomarini e altre attività, ma anche per sviluppare reti di aree protette, proteggere l’ambiente individuando precocemente gli impatti e le opportunità per un uso consapevole dello spazio. Il 2021 è il termine per l’istituzione dei piani di gestione. Per questo scopo tutti i maggiori Enti Pubblici di Ricerca e Università della Campania da un anno stanno mettendo a disposizione le proprie conoscenze sull’ambiente costiero e marino per produrre una visione sintetica sui vincoli d’uso, il funzionamento degli ecosistemi, le concessioni d’uso turistiche e militari, le rotte di navigazione, l’idoneità ad attività antropiche in base alle caratteristiche ecologiche, la salubrità delle risorse naturali e dell’ambiente per attività di maricoltura. La sostenibilità, infatti, si basa su una conoscenza olistica e approfondita della risorsa mare e delle implicazioni economiche dei suoi usi.

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    ll progetto si articola sue due obiettivi: 1) creare una rete delle diverse aree marine protette (le italiane sono 27) nel Mediterraneo e realizzarne di nuove nel Mar Nero, che ne è privo. 2) individuare i siti più adatti per l’eolico off-shore. Il progetto prevede inoltre l’aggiornamento delle mappe del vento dei due mari, che hanno subito modifiche a causa del riscaldamento climatico. E soprattutto, verificare lo stato dei fondali dei siti favorevoli dove potranno ancorarsi le piattaforme ed essere posati gli elettrodotti. A fare da discriminante per la costruzione delle centrali, sarà infatti la presenza e la ricchezza di fauna e flora. Il progetto dovrà individuare le linee guida in modo che il futuro network formato dalle attuali aree protette e da quelle che saranno individuate in alto mare, sia regolato e gestito in modo più omogeneo, in un’ottica transfrontaliera. Funzioneranno da test due progetti pilota: nel Mar Nero e nel Canale d’Otranto. Quest’ultimo coinvolgerà Italia, Albania, Montenegro e Grecia.